pubblicato il 13.12.2019

 

Il Natale è uno dei pochi periodi dell’anno in cui si ha più tempo per giocare, in cui ci si ritrova con i parenti e gli amici per condividere un momento non solo ludico, permettendoci di immergerci in un’esperienza di gioco senza troppi stress esterni, condividendo dell tempo con i propri figli e familiari.

Sempre più spesso, però, ci si riduce a comprare un videogioco senza investigarne troppo le dinamiche, che occuperanno poi grande parte del tempo libero dei propri figli. Partendo dalla riflessione di Platone che “in un’ora di gioco si conosce maggiormente una persona che parlandoci assieme un anno intero”, l’occasione di (video)giocare assieme è fondamentale per creare occasioni di dialogo, incontro, improduttività, su un terreno in cui i nostri figli si sentono sicuri e padroni.

Questa “professionalità”, sicurezza e conoscenza non deve, però, farci pensare che il nostro ruolo sia solo quello di mero “compagno” di giochi: affiancare, mediare, accompagnare, regolare l’esperienza ludica sono funzioni che riguardano l’essere genitori oggi, in cui la complessità del medium ludico digitale può facilmente esporre il bambino o il ragazzo a contenuti, situazioni, temi, argomenti, per i quali non hanno ancora maturato gli strumenti interpretativi e le strategie adeguate per comprenderli.

Allora che fare? Non siamo tutti esperti di videogiochi. Per questo abbiamo pensato ad una breve lista di consigli per decidere assieme ai propri figli quale gioco scegliere.

1 – Chiedi quale gioco desidera e perché

Consiglio: agevolare la riflessione su quale sia effettivamente il proprio desiderio, il gioco in cui si andrà a spendere una parte consistente del proprio tempo, evitando il più possibile scelte che rispondono a mode, marketing, amicizie o altro.

2 – Chiedi la trama, l’ambientazione, i personaggi. Fatti raccontare come si gioca e come si vince

Consiglio: discutere assieme di quali siano le caratteristiche fondamentali del gioco per iniziare ad avere entrambi un’idea di quale sia il gioco scelto. Inoltre, preferire titoli che alternano modalità, generi, dinamiche diverse di gioco, evitando così di fissarsi su un’unica “modello, perdendo la ricchezza dell’offerta e limitando l’esperienza di apprendimento ad un’unica modalità.

3 – Guardate insieme i video che presentano il gioco: li trovi facilmente online

Consiglio: capire in anticipo quale sarà l’esperienza di gioco risulta fondamentale per evitare frustrazione mentre si gioca, disillusione e relativo abbandono rispetto ad una trama che non risulta adatta o piacevole, problematiche rispetto a contenuti e dinamiche ludiche non adeguate.

4 – Chiedi se è prevista (anche) la modalità di gioco online

Consiglio: verificare quale sia il livello di interazione con gli altri giocatori (è possibile giocare assieme senza contatti vocali/verbali oppure si può chattare, parlare o vedersi) e se è possibile, eventualmente, disattivare la modalità online o le diverse tipologie di interazione.

5 – Chiedi se si gioca in modalità individuale o multiplayer

Consiglio: l’esperienza ludica deve alternare modalità di gioco individuale e modalità di gioco multiplayer (più giocatori coinvolti contemporaneamente), agevolando sia la riflessione e la rielaborazione personale che la condivisione e la narrazione condivisa con gli altri dell’esperienza di gioco.

6 – Verificare se l’attività di gioco è di tipo cooperativo o competitivo

Consiglio: il gioco, facendoci comprendere aspetti della nostra società e apprendere modalità con cui muoverci nel quotidiano, diviene un potente strumento di costruzione della persona. La scelta di giochi che prediligono sempre una sola modalità di gioco non favoriscono lo sviluppo di quelle abilità necessarie per relazionarci con gli altri e con il mondo.

7 – Controllate insieme la classificazione PEGI

Consiglio: chiedere al proprio figlio quale sia la valutazione che la classificazione PEGI attribuisce al titolo e per quale ragione, secondo lui, ha ottenuto tale valutazione. La consapevolezza di quali siano i contenuti che un gioco veicola, permette di giustificare la propria scelta di fronte ad un adulto, di capire quali possano essere gli argomenti presenti e le criticità che ne derivano dalla loro esposizione. Il fine è quello di far comprendere che il PEGI non è un inutile fastidio, che impedisce di giocare a quello che si vuole, ma una valida risorsa da cui partire per capire se io, bambino o ragazzo, sarò in grado di gestire appieno l’esperienza ludica senza aver incontrare situazioni sgradevoli, inopportune o fraintendibili, che i contenuti del gioco possono.

8 – Controlla la possibilità di fare acquisti nel gioco [in-game o in-app purchase]

Consiglio: non sempre l’avanzamento all’interno di un gioco è frutto delle abilità del giocatore; in alcuni casi, il poter raggiungere livelli superiori di esperienza di gioco è determinato dall’avere caratteristiche e/o dotazioni, acquisibili solamente tramite l’acquisto. Questa modalità può far sorgere l’idea che per migliorare le proprie prestazioni (superare un livello, vincere una partita ecc.) si debba pagare, “dopando” de facto la partita e inducendo nella persona una modalità operativa per la quale basta “pagare” per vincere.

Questa “presenza” del genitore aiuta il proprio figlio, la persona in crescita, non solo a sviluppare un senso critico nei confronti dei giochi e del tempo dedicato al gioco, ma soprattutto a dimostrare che io, padre o madre, sarò presente nei momenti di bisogno, potrò essere un valido aiuto nelle scelte che si andranno a fare nella vita, sarò essere “presente” anche in questi momenti, che i “grandi” considerano perdite di tempo, ma per i piccoli sono fondamentali.

Bambini | PEGI 3 – 7 anni

Ragazzi | PEGI 12 anni